domenica 11 ottobre 2009

Pausilypon

Non ricordo dove ho letto...ma mi piace molto :-)

Pausilypon

Riprendo, dopo un lungo periodo di silenzio, i temi di SUD a me cari.
In greco pausilypon significa, secondo alcuni, “ tregua dal dolore “, per altri “ riposo dagli affanni “.
Ecco ! Mettiamola così : è stato per me un periodo di tregua, di riposo o meglio ancora di riflessione. Mi rimetto al lavoro con nuovo entusiasmo. Posillipo è
il tema adatto alla circostanza. E’ una delle zone più belle di Napoli e si estende da Mergellina all’isolotto di Nisida. E’ un tratto di costa marina, lungo qualche chilometro, formato da calette, speroni, rocce a strapiombo, porticcioli, isolotti, ville sontuose. E’ stato sede, fin dai tempi antichi, di edilizia residenziale di alto livello. A partire dall’età repubblicana, i romani vi costruirono numerosi edifici aristocratici
, tra i quali spicca la “ Villa di Pollione “ della quale ci occuperemo più avanti.
La collina di Posillipo, parete di un cratere che separa il Golfo di Napoli da quello di Pozzuoli, è incantevole non solo per il panorama, ma anche per le sue splendide ville sul mare : Palazzo Donn Anna, Villa Grottamarina, Villa Bracale, Villa Roccaromana, Villa Pavoncelli, Villa volpicelli ed infine Villa Rosebery ricca di storia anche recente.
Caratteristica la chiesa di Santa Maria del Faro, di origini antichissime eretta al posto di un faro. In questa bella chiesetta si sono sposati mia figlia Titti e mio figlio Walter.
Proseguendo in discesa, oltre la chiesetta, si giunge a Marechiaro il cui nome deriva dal latino “ mare clamo “ mare calmo, antico villaggio di pescatori che ha conservato le sue caratteristiche originali e che è famosa per la sua “ fenestrella “ della intramontabile canzone “ Marechiaro “. Versi di Salvatore di Giacomo e musica di Paolo Tosti. A poche decine di metri, proseguendo oltre la fenestrella, lungo la costa, troviamo una antica costruzione romana chiamata “ Casa degli spiriti “
appartenente al complesso della villa di Pollione della quale ora ci occuperemo.
La villa sorge su di un promontorio compreso tra i due isolotti della Gaiola che sono visibili anche dalla Casa degli Spiriti e la cala di Trentaremi e fu fatta costruire, nel primo secolo a.C., dal ricco cavaliere Publio Vedio Pollione e originariamente copriva un’area di circa nove ettari occupati da edifici, porticati, giardini, vigneti ed ebbe il nome di Villa Pausilypon e da essa prese il nome tutta la collina.
Le origini di Vedio erano molto modeste, infatti apparteneva ad una famiglia beneventana di liberti, ex schiavi, ma riuscì, in tempo relativamente breve a farsi una fortuna che pochi altri potevano vantare, iniziando la sua attività come appaltatore delle imposte di Roma in Asia minore.
La villa è composta da numerosi edifici disposti intorno ad un nucleo centrale: la domus, partendo da ovest, troviamo un grande teatro, capace di contenere duemila spettatori, un ninfeo, l’odeon, il belvedere, la terme superiori e le terme inferiori. La villa era collegata alla zona flegrea di Puteoli mediante una galleria, lunga circa ottocento metri, che attraversa tutta la collina di Posillipo.
Vi erano anche numerose dipendenze, tra queste ricordiamo la Casa degli Spiriti, ai confini di Marechiaro. La destinazione di questo edificio è ancora poco chiara, noi riportiamo, a puro titolo di cronaca, la versione riferitaci da Alessandro, un grazioso fanciullo di colore, che ci ha fatto da guida in una delle nostre visite ( Alessandro era alunno di una scuola che aveva il compito di assistere i visitatori). Il simpatico giovincello ci disse che era stato lo stesso Pollione a dare alla casa il nome “degli spiriti” per nascondere la sua attività di falsario, perche vi coniava monete o sesterzi per proprio conto. Alla morte di Pollione, nel 15 a.C., il complesso divenne una villa imperiale di proprietà di Augusto e dei suoi successori, fino ad Adriano.
Sulla parte più alta della collina è stato creato il bellissimo Parco Virgiliano ( detto anche parco delle Rimembranze perché in quel luogo Il patriota risorgimentale Luigi Settembrini si ispirò per scrivere “ Le mie Rimembranze “) dal quale si gode al vista di tutto il Golfo di Napoli : il Vesuvio, la Penisola Sorrentina, Capri, l’isolotto di Nisida, Capomiseno, Procida, Ischia.
Concludiamo occupandoci, brevemente, dell’isolotto di Nisida il cui nome deriva dal greco Nesis, che vuol dire isoletta. La sua forma è quasi circolare ed è un cratere vulcanico la cui apertura ha un diametro di circa 500 metri. Qui Bruto aveva una villa e con Cassio congiurò contro Cesare e si incontrò varie volte con Cicerone.
Sulla sommità di Nisida vi è una costruzione angioina, destinata, successivamente, in prigione. Attualmente è sede di un carcere minorile.


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